Sono nata il ventuno a primavera ma non sapevo che nascere folle, aprire le zolle potesse scatenar tempesta. Così Proserpina lieve vede piovere sulle erbe sui grossi frumenti gentili e piange sempre la sera. Forse è la sua preghiera.
Il 21 marzo del 1931 nasceva a Milano Alda Merini. Il 21 Marzo è anche il primo giorno di primavera, e sempre in questa giornata si celebra la Giornata Mondiale della Poesia indetta dall'Unesco nel 1999.
Che strane coincidenze: la primavera sboccia nella poesia e la poesia fiorisce con la nascita di una delle poete più importanti del '900.
Ho sempre vissuto la poesia con un senso di partecipazione maggiore rispetto al racconto perchè l'emozione è immediata, perchè la parola supera il confine del significato logico e si associa a immagini e figure da cogliere, La poesia è un modo di sentire la realtà, di indagare le emozioni, di rappresentare le cose oltre un sentire comune. Ma sopratutto è qualcosa che non si può identificare oggettivamente a meno che, non si voglia esclusivamente definire la poesia come una forma di espressione letteraria. Proprio per questo la trovo affascinate e l'ho sempre immaginata come un prato verde carico di fiori con colori, forme e dimensioni diverse.
Alda Merini è una poeta tra le più rappresentative del '900. Una figura importante della letteratura italiana, una figura emblematica della società: donna forte, coraggiosa, che ha lottato contro le convenzioni sociali contro l'emarginazione, l'esclusione, l'incomprensione di chi ha sempre visto in lei solo il tormento e la malattia mentale, senza capire la sua sensibilità. Invece si deve riconoscere la sua originalità e l'abilità nell'indagare i sentimenti nella profondità dell'animo con una sensibilità che solo chi ha vissuto sulla propria pelle il dolore, riesce ad esprimere e capire.
GENESI
Vorrei un figlio da te che sia una spada
lucente, come un grido di alta grazia,
che sia pietra, che sia novello Adamo,
lievito del mio sangue e che risolva
più quietamente questa nostra sete.
Ah, se t'amo, lo grido ad ogni vento
gemmando fiori da ogni stanco ramo
e fiorita son tutta e d'ogni velo
vo scerpando il mio lutto
perché genesi sei della mia carne.
Ma il mio cuore, trafitto dall'amore
ha desiderio di mondarsi vivo.
E perciò dammi un figlio delicato,
un bellissimo, vergine viticcio
da allacciare al mio tronco, e tu, possente
olmo, tu padre ricco d'ogni forza pura
mieterai liete ombre alle mie luci.
lucente, come un grido di alta grazia,
che sia pietra, che sia novello Adamo,
lievito del mio sangue e che risolva
più quietamente questa nostra sete.
Ah, se t'amo, lo grido ad ogni vento
gemmando fiori da ogni stanco ramo
e fiorita son tutta e d'ogni velo
vo scerpando il mio lutto
perché genesi sei della mia carne.
Ma il mio cuore, trafitto dall'amore
ha desiderio di mondarsi vivo.
E perciò dammi un figlio delicato,
un bellissimo, vergine viticcio
da allacciare al mio tronco, e tu, possente
olmo, tu padre ricco d'ogni forza pura
mieterai liete ombre alle mie luci.
Questa è la "mia" poesia di Alda, quella che mi rappresenta interamente. L'amore per il proprio uomo è così grande da desiderare un figlio da lui: un figlio che riesca a dare vita alla sua figura e rendere più forte l'unione.
Questa la dedico a te, amore mio, e al mio desiderio di maternità.
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