venerdì 19 agosto 2011

Ogni tanto, ricominciare

Dopo oltre due mesi di assenza, mi ritrovo a occupare di nuovo questo piccolo spazio sul web. Assenza solo in parte giustificata dalla mancanza di tempo, il resto è stato un susseguirsi di emozioni e giornate non troppo serene, che anche il poco tempo libero avuto, preferivo usarlo per dedicarlo alla famiglia e alla salute. Il tempo e l'ispirazione per scrivere, non riuscivano a mai a coincidere....
Riprendo... e mi riprendo il mio piccolo posticino qui, salvifico per l'anima, per svuotare e liberare la mente e il cuore. E condividere qualcosa...

domenica 12 giugno 2011

Se ti scappa la pipì...

Vorrei condividere con voi la "bella" esperienza della settimana scorsa, così "piacevole" da sentire il dovere di farla conoscere per dare dei consigli a chi come me, ha spesso il brutto vizio di uscire di casa senza banconote, ma solo col bancomat.
Se vi capita di girare a Sassari, e magari decidete di fare una passeggiata per il centro commerciale Sisa CorteSantaMaria , assicuratevi di avere con voi almeno degli spiccioli, oppure di non avere necessità di usare il bagno... in poche parole, andate con la vescica vuota ed evitate di bere... non si sa mai vi venga la brillante idea di voler visitare, oltre ai tanti negozi, anche la toilette... Infatti se ti scappa la pipì la sorpresa potrebbe essere questa

Non sapevo se fare le elemosina e recuperare qualche monetina,  o mettermi a piangere...
Oltretutto nel centro commerciale non esiste uno sportello bancomat in cui fare un prelievo... vi rendete conto?
E' la prima volta che mi succede una cosa simile, e sono rimasta sconcertata, ma conoscendo il proprietario del centro, persona molto nota in città, ho capito che con le monetine racimolate paga il servizio di pulizia. Si perché per quanto la cosa sia legale, nessuno ha pensato alla necessità di dover usufruire dei servizi e di non avere con se delle banconote, o all'impossibilità per un disabile in carrozzina di poter raggiungere l'altezzza della macchinetta cambia moneta.
Visto che nel centro commerciale anche i parcheggi sono a pagamento, consiglio di fare shopping e passeggiate neglia altri centri commerciali della città, che sono tutti gratuiti e liberi. Sarete sicuri di uscire dai negozi più soddisfati e contenti, senza dovervi pentire, come purtroppo è successo a me...

domenica 29 maggio 2011

Un silenzio sempre più assordante

Questa è una di quelle notizie che non fa notizia, che i tg non passano, i giornali non scrivono e in pochi conoscono. Eppure loro sono in tanti,  e vogliono farsi sentire. Sono i sordi, che in questi giorni sono scesi in piazza a Roma, per chiedere al Parlamento una legge che riconosca come ufficiale la Lis,  la Lingua italiana dei segni.
Del resto,  così come l'italiano è la lingua ufficiale degli italiani udenti, il braille degli italiani non udenti, per quale motivo ai sordi dev' essere negato il riconoscimento della loro lingua?
L'iter parlamentare è iniziato nel 2009, ma solo il 16 marzo scorso la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato all`unanimità il disegno di legge in un testo unificato (sulla base dei Ddl 37, 831, 948, 1344, 1354, 1391), passato in discussione alla Commissione Affari sociali della Camera. Dopo tre sedute, la proposta di legge non è stata ancora approvata dalla Camera.
La Commissione della Camera ha affermato che il ritardo nell'approvazione della legge, riguarda alcune modifiche che si vorrebbe apportare al testo. Da qui nasce la protesta dei sordi e del comitato 'Lingua dei Segni italiana subito!'. Per loro il testo è perfetto così com'è e non deve subire alcuna modifica.
La Lis attraverso il canale visivo-gestuale è una lingua a tutti gli effetti, perchè  ha tutte le caratteristiche morfologiche, sintattiche, grammaticali di una lingua storico-naturale; in più è riconosciuta a livello scientifico da linguisti e ricercatori e garantisce dignità e rispetto delle pari opportunità delle persone sorde che la usano, come cittadini italiani. Il Ddl non implica l`imposizione dell`uso della Lingua dei Segni Italiana ma garantisce che ogni cittadino la possa richiedere e utilizzare liberamente.
A livello internazionale, ciascun paese ha la sua lingua dei segni. Non riconoscere la Lis, significa negare l'esistenza di un'intera comunità di persone. Del resto, le  risoluzioni sulla lingua dei segni sono già state approvate ufficialmente dal Parlamento europeo nel 1988 e  nel 1998, e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 2006 (ratificata in Italia con Legge dello Stato nel 2009) che tra l’altro, tutela anche il riconoscimento e la promozione della Lingua dei Segni in più articoli. Nonostante gli altri paesi europei ed extraeuropei abbiano già riconosciuto la lingua dei segni o si stanno muovendo verso la loro ufficializzazione , in Italia non è cambiato nulla

giovedì 26 maggio 2011

Prova d'esodo

Come ogni anno a maggio, la nostra azienda stabilisce una giornata per effettuare la prova d'esodo in caso di incendio, obbligatoria in tutti i posti di lavoro con oltre 10 dipendenti, Ogni anno alle 7.30 del mattino l'appuntamento con i colleghi è in punto vendita dove, dopo aver seguito le istruzioni degli esperti sulle procedure da seguire, le comunicazioni da dare e la gestione dei clienti che potrebbero essere presenti, ci prepariamo a effettuare la prova . E ogni anno ormai come una routine, non ne imbocchiamo una... non c'è niente da fare.
Vi dico cosa ho capito ieri mattina:
  • Prima delle 9 il cervello è disattivato, non funziona. Nada! Qualsiasi cosa verrà detta, sarà recepita al contrario e per metà. Però l'unione fa la forza e come un puzzle, tutti  insieme abbiamo provato a  unire i pezzi
  • Se ci fossero clienti con disabilità motoria, e pensano che io li possa aiutare, è meglio se scappano da soli perché forse devo attaccarmi io a loro
  • La simulazione di un principio di incendio ha scatenato un principio di panico. Non è mancato il 'cosadevofare-chidevochiamare'. Ma non era simulato
  • Anche durante una semplice prova predomina l'istinto del 'si salvi chi può'... immaginate il resto....
  •  Scappare di corsa dalle uscite di emergenza può essere molto pericoloso. E'  meglio varcare lentamente la soglia e controllare la strada. Ti sei salvato da un incendio, non è detto che ti salvi anche dalle macchine.
Tutto chiaro? Ora so cosa devo fare. Chiudere la cassa, prendere la chiave e mettermi in salvo. Tanto, anche se seguissi correttamente tutte le procedure, in un modo o nell'altro chi non le conosce mi metterebbe sotto. Voi chiamatemi pure egoista...ma in certi casi serve.

    martedì 24 maggio 2011

    Ripartire... Diario di una cassiera divertita

    Finalmente ce l'ho fatta... il tanto atteso rientro a lavoro è arrivato e ieri ufficialmente ho ripreso. Entrare, rimettere la magliettina rossa, badgare l'orario, ogni azione è stata qualcosa che non avevo mai lasciato. La novità è stato il cambio dal reparto alla cassa e devo dire che almeno come inizio è andata bene. Tante cose per me sono nuove, più che altro le procedure, ma il resto è il mio mondo, l'ambiente di lavoro lo stesso, i clienti poi... quelli sono gli 'stessi' sia in reparto che in cassa. Ma ognuno di loro è un mondo nuovo, una scoperta  ma anche uno stereotipo, ognuno è una realtà a se. E quanto mi diverto. Mi mancava il contatto con loro, perché del mio lavoro amo proprio il rapporto con le persone, il contatto umano, la chiacchierata, il sorriso, ma anche il muso lungo e la scorrettezza. In fondo si conoscono i caratteri e i modi di fare più diversi e la cosa mi appassiona. Credo non sia solo una forma di curiosità, ma la passione per la psicologia umana, che ormai mi porto dentro da anni. Amo socializzare, stare tra le persone,  i rapporti umani mi ricaricano e mi piace poter aiutare ed essere utile per qualcuno.
    Stare in reparto, nella fotografia, mi ha permesso di occuparmi con passione del mio lavoro, e forse di servire il cliente con una grinta maggiore, perché avevo la possibilità di condividere con loro i miei interessi e aiutarli con fiducia a conoscere i prodotti, consigliando quelli più adatti e spiegando nozioni e utilizzo dei mezzi fotografici. Certo non sono mai mancati malumori o momenti negativi, ma non riesco a vederli con amarezza, anzi. Sono serviti tutti,  perché mi hanno insegnato qualcosa, e li porto dentro come un bagaglio grande grande, ma di peso leggero leggero. Ho imparato a conoscere meglio l'animo umano, le reazioni delle persone, ho fatto errori e ho imparato a chiedere aiuto e porvi rimedio.
    Il passaggio in cassa è stato meno traumatico di quanto immaginassi. La nostalgia per abitudini consolidate c'è, ma non così forte come mi era successo nel periodo in cui lavorai nell' 'Home Entertiment'. Li non esiste vendita diretta. E' una vendita automatica:  il cliente sa già cosa vuole, si serve da solo, al massimo ti può chiedere dove trovare un film, un DVD o se un videogioco è uscito.
    La cassa invece è dinamica, è attiva, i clienti devono passare da te, e con ognuno c'è la chiacchierata, il sorriso, la rapida spiegazione di promozioni o curiosità sui prodotti. Sicuramente è un' attività molto mentale, la testa deve restare sempre accesa perché lavori con i soldi, carte di credito,bancomat  e le procedure sono tante e non sempre semplici. Però ti distrae, in quel momento spegni il cervello dai tuoi problemi e ti obbliga alla concentrazione. E non manca il rapporto umano, per me fonte di energia. Diciamola tutta, anche la mia buona curiosità ci guadagna perché scopro cosa comprano le persone: che musica ascoltano, libri letti, le manie di chi sceglie la caraffa  col tappo rosso piuttosto che bianco, o il portatile rosa perché fa tanto chic.
    Credo che gli spunti di scrittura saranno tantissimi, avrò modo e tempo di raccontare; soprattuto approfitterò delle pause (spesso lunghe) tra uno scontrino e l'altro per memorizzare bene ogni passaggio di persona, e studiarla con un occhio più critico e 'scientifico' rispetto a prima, perché poi correrò qui a raccontare tutto quello che ho visto.
    Sarà una piacevole riflessione , forse ora più divertente... sarà il 'piccolo diario di una cassiera divertita'.