venerdì 19 agosto 2011

Ogni tanto, ricominciare

Dopo oltre due mesi di assenza, mi ritrovo a occupare di nuovo questo piccolo spazio sul web. Assenza solo in parte giustificata dalla mancanza di tempo, il resto è stato un susseguirsi di emozioni e giornate non troppo serene, che anche il poco tempo libero avuto, preferivo usarlo per dedicarlo alla famiglia e alla salute. Il tempo e l'ispirazione per scrivere, non riuscivano a mai a coincidere....
Riprendo... e mi riprendo il mio piccolo posticino qui, salvifico per l'anima, per svuotare e liberare la mente e il cuore. E condividere qualcosa...

domenica 12 giugno 2011

Se ti scappa la pipì...

Vorrei condividere con voi la "bella" esperienza della settimana scorsa, così "piacevole" da sentire il dovere di farla conoscere per dare dei consigli a chi come me, ha spesso il brutto vizio di uscire di casa senza banconote, ma solo col bancomat.
Se vi capita di girare a Sassari, e magari decidete di fare una passeggiata per il centro commerciale Sisa CorteSantaMaria , assicuratevi di avere con voi almeno degli spiccioli, oppure di non avere necessità di usare il bagno... in poche parole, andate con la vescica vuota ed evitate di bere... non si sa mai vi venga la brillante idea di voler visitare, oltre ai tanti negozi, anche la toilette... Infatti se ti scappa la pipì la sorpresa potrebbe essere questa

Non sapevo se fare le elemosina e recuperare qualche monetina,  o mettermi a piangere...
Oltretutto nel centro commerciale non esiste uno sportello bancomat in cui fare un prelievo... vi rendete conto?
E' la prima volta che mi succede una cosa simile, e sono rimasta sconcertata, ma conoscendo il proprietario del centro, persona molto nota in città, ho capito che con le monetine racimolate paga il servizio di pulizia. Si perché per quanto la cosa sia legale, nessuno ha pensato alla necessità di dover usufruire dei servizi e di non avere con se delle banconote, o all'impossibilità per un disabile in carrozzina di poter raggiungere l'altezzza della macchinetta cambia moneta.
Visto che nel centro commerciale anche i parcheggi sono a pagamento, consiglio di fare shopping e passeggiate neglia altri centri commerciali della città, che sono tutti gratuiti e liberi. Sarete sicuri di uscire dai negozi più soddisfati e contenti, senza dovervi pentire, come purtroppo è successo a me...

domenica 29 maggio 2011

Un silenzio sempre più assordante

Questa è una di quelle notizie che non fa notizia, che i tg non passano, i giornali non scrivono e in pochi conoscono. Eppure loro sono in tanti,  e vogliono farsi sentire. Sono i sordi, che in questi giorni sono scesi in piazza a Roma, per chiedere al Parlamento una legge che riconosca come ufficiale la Lis,  la Lingua italiana dei segni.
Del resto,  così come l'italiano è la lingua ufficiale degli italiani udenti, il braille degli italiani non udenti, per quale motivo ai sordi dev' essere negato il riconoscimento della loro lingua?
L'iter parlamentare è iniziato nel 2009, ma solo il 16 marzo scorso la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato all`unanimità il disegno di legge in un testo unificato (sulla base dei Ddl 37, 831, 948, 1344, 1354, 1391), passato in discussione alla Commissione Affari sociali della Camera. Dopo tre sedute, la proposta di legge non è stata ancora approvata dalla Camera.
La Commissione della Camera ha affermato che il ritardo nell'approvazione della legge, riguarda alcune modifiche che si vorrebbe apportare al testo. Da qui nasce la protesta dei sordi e del comitato 'Lingua dei Segni italiana subito!'. Per loro il testo è perfetto così com'è e non deve subire alcuna modifica.
La Lis attraverso il canale visivo-gestuale è una lingua a tutti gli effetti, perchè  ha tutte le caratteristiche morfologiche, sintattiche, grammaticali di una lingua storico-naturale; in più è riconosciuta a livello scientifico da linguisti e ricercatori e garantisce dignità e rispetto delle pari opportunità delle persone sorde che la usano, come cittadini italiani. Il Ddl non implica l`imposizione dell`uso della Lingua dei Segni Italiana ma garantisce che ogni cittadino la possa richiedere e utilizzare liberamente.
A livello internazionale, ciascun paese ha la sua lingua dei segni. Non riconoscere la Lis, significa negare l'esistenza di un'intera comunità di persone. Del resto, le  risoluzioni sulla lingua dei segni sono già state approvate ufficialmente dal Parlamento europeo nel 1988 e  nel 1998, e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 2006 (ratificata in Italia con Legge dello Stato nel 2009) che tra l’altro, tutela anche il riconoscimento e la promozione della Lingua dei Segni in più articoli. Nonostante gli altri paesi europei ed extraeuropei abbiano già riconosciuto la lingua dei segni o si stanno muovendo verso la loro ufficializzazione , in Italia non è cambiato nulla

giovedì 26 maggio 2011

Prova d'esodo

Come ogni anno a maggio, la nostra azienda stabilisce una giornata per effettuare la prova d'esodo in caso di incendio, obbligatoria in tutti i posti di lavoro con oltre 10 dipendenti, Ogni anno alle 7.30 del mattino l'appuntamento con i colleghi è in punto vendita dove, dopo aver seguito le istruzioni degli esperti sulle procedure da seguire, le comunicazioni da dare e la gestione dei clienti che potrebbero essere presenti, ci prepariamo a effettuare la prova . E ogni anno ormai come una routine, non ne imbocchiamo una... non c'è niente da fare.
Vi dico cosa ho capito ieri mattina:
  • Prima delle 9 il cervello è disattivato, non funziona. Nada! Qualsiasi cosa verrà detta, sarà recepita al contrario e per metà. Però l'unione fa la forza e come un puzzle, tutti  insieme abbiamo provato a  unire i pezzi
  • Se ci fossero clienti con disabilità motoria, e pensano che io li possa aiutare, è meglio se scappano da soli perché forse devo attaccarmi io a loro
  • La simulazione di un principio di incendio ha scatenato un principio di panico. Non è mancato il 'cosadevofare-chidevochiamare'. Ma non era simulato
  • Anche durante una semplice prova predomina l'istinto del 'si salvi chi può'... immaginate il resto....
  •  Scappare di corsa dalle uscite di emergenza può essere molto pericoloso. E'  meglio varcare lentamente la soglia e controllare la strada. Ti sei salvato da un incendio, non è detto che ti salvi anche dalle macchine.
Tutto chiaro? Ora so cosa devo fare. Chiudere la cassa, prendere la chiave e mettermi in salvo. Tanto, anche se seguissi correttamente tutte le procedure, in un modo o nell'altro chi non le conosce mi metterebbe sotto. Voi chiamatemi pure egoista...ma in certi casi serve.

    martedì 24 maggio 2011

    Ripartire... Diario di una cassiera divertita

    Finalmente ce l'ho fatta... il tanto atteso rientro a lavoro è arrivato e ieri ufficialmente ho ripreso. Entrare, rimettere la magliettina rossa, badgare l'orario, ogni azione è stata qualcosa che non avevo mai lasciato. La novità è stato il cambio dal reparto alla cassa e devo dire che almeno come inizio è andata bene. Tante cose per me sono nuove, più che altro le procedure, ma il resto è il mio mondo, l'ambiente di lavoro lo stesso, i clienti poi... quelli sono gli 'stessi' sia in reparto che in cassa. Ma ognuno di loro è un mondo nuovo, una scoperta  ma anche uno stereotipo, ognuno è una realtà a se. E quanto mi diverto. Mi mancava il contatto con loro, perché del mio lavoro amo proprio il rapporto con le persone, il contatto umano, la chiacchierata, il sorriso, ma anche il muso lungo e la scorrettezza. In fondo si conoscono i caratteri e i modi di fare più diversi e la cosa mi appassiona. Credo non sia solo una forma di curiosità, ma la passione per la psicologia umana, che ormai mi porto dentro da anni. Amo socializzare, stare tra le persone,  i rapporti umani mi ricaricano e mi piace poter aiutare ed essere utile per qualcuno.
    Stare in reparto, nella fotografia, mi ha permesso di occuparmi con passione del mio lavoro, e forse di servire il cliente con una grinta maggiore, perché avevo la possibilità di condividere con loro i miei interessi e aiutarli con fiducia a conoscere i prodotti, consigliando quelli più adatti e spiegando nozioni e utilizzo dei mezzi fotografici. Certo non sono mai mancati malumori o momenti negativi, ma non riesco a vederli con amarezza, anzi. Sono serviti tutti,  perché mi hanno insegnato qualcosa, e li porto dentro come un bagaglio grande grande, ma di peso leggero leggero. Ho imparato a conoscere meglio l'animo umano, le reazioni delle persone, ho fatto errori e ho imparato a chiedere aiuto e porvi rimedio.
    Il passaggio in cassa è stato meno traumatico di quanto immaginassi. La nostalgia per abitudini consolidate c'è, ma non così forte come mi era successo nel periodo in cui lavorai nell' 'Home Entertiment'. Li non esiste vendita diretta. E' una vendita automatica:  il cliente sa già cosa vuole, si serve da solo, al massimo ti può chiedere dove trovare un film, un DVD o se un videogioco è uscito.
    La cassa invece è dinamica, è attiva, i clienti devono passare da te, e con ognuno c'è la chiacchierata, il sorriso, la rapida spiegazione di promozioni o curiosità sui prodotti. Sicuramente è un' attività molto mentale, la testa deve restare sempre accesa perché lavori con i soldi, carte di credito,bancomat  e le procedure sono tante e non sempre semplici. Però ti distrae, in quel momento spegni il cervello dai tuoi problemi e ti obbliga alla concentrazione. E non manca il rapporto umano, per me fonte di energia. Diciamola tutta, anche la mia buona curiosità ci guadagna perché scopro cosa comprano le persone: che musica ascoltano, libri letti, le manie di chi sceglie la caraffa  col tappo rosso piuttosto che bianco, o il portatile rosa perché fa tanto chic.
    Credo che gli spunti di scrittura saranno tantissimi, avrò modo e tempo di raccontare; soprattuto approfitterò delle pause (spesso lunghe) tra uno scontrino e l'altro per memorizzare bene ogni passaggio di persona, e studiarla con un occhio più critico e 'scientifico' rispetto a prima, perché poi correrò qui a raccontare tutto quello che ho visto.
    Sarà una piacevole riflessione , forse ora più divertente... sarà il 'piccolo diario di una cassiera divertita'.

    giovedì 19 maggio 2011

    Queste e quelle signore. Ovvero cinque piccole storie d'amore (e un matrimonio)

    Oggi vorrei farvi conoscere un piccolo romanzo pubblicato qualche anno fa, Queste e quelle signore. Ovvero cinque piccole storie d'amore (e un matrimonio) un piacevole libro che parla d'amore e di donne: cinque piccole storie al femminile, più un matrimonio che si leggono velocemente, che scivolano via, attraverso immagini tracciate con grande realismo per rappresentare il complesso universo femminile. C'è una Sardegna fatta di povertà e bisognosa di cure in cui paese e città sono unite da passioni e solitudine, sofferenze e vittorie. Le donne,sono affascinanti  protagoniste di questi racconti, con i loro segreti, le loro bugie e i misteri, e gli uomini solo una presenza marginale. Abile è l'autore nel delineare con grande umanità e sensibilità i loro caratteri, e le loro vite, quasi sbeffeggiando, ma senza offenderla, una femminilità ora vanitosa e borghese, ora affaticata e triste. Un piccolo romanzo che sa di vita, ha il sapore di storie antiche, ha l'odore della sofferenza, ma prende l'anima fino alla fine. 
    Per capire meglio: "Credo che – inconsapevolmente – questo piccolo libro sia un doveroso tributo alle donne della mia vita (mamma, moglie, figlia e nipotine) e un risarcimento delle falle culturali provocate dal maschilismo esasperato della mia prima educazione." Con queste parole l'autore sembra quasi volersi scusare e giustificare di un libro che parla col cuore e arriva al cuore Egli è Giuseppe Dodero, cagliaritano,  classe 1927 medico, igienista, e docente di statistica sanitaria, impegnatissimo sia in ambito scientifico, come autore di diverse pubblicazioni mediche e collaboratore di giornali e riviste del settore , sia in ambito narrativo, come grande conoscitore delle persone e dell'animo umano (Ambulatorio senza orario , La vera storia del caporale Giovanni Contu)
    Grande amante della propria terra, non perde occasione per diffondere al di fuori dell'isola  la cultura e la  letteratura sarda, utilizzando efficacemente i diversi strumenti che il web fornisce. Io stessa ho conosciuto il professor Dodero attraverso il suo canale su Twitter nel quale ha sviluppato una fitta  rete di  informazioni sulla Sardegna e i suoi autori meno conosciuti. Instancabile,  la sua attività è forte ed efficace e i suoi modi sempre gentili e mai aggressivi  lo rendono un ottimo divulgatore. 
    Ne è un esempio la bellissima Piccola enciclopedia tascabile della Sardegna, pubblicata nel 2003.
    Oltre 2000 voci, 30 schede e 15 carte geografiche su archeologia, arte, botanica, ecologia, economia, gastronomia, geografia, linguistica, magia, medicina, storia, tradizioni e zoologia. Un libro che mi sento di consigliare a chi ama la Sardegna, a chi non la conosce o semplicemente  vuole scoprire qualcosa che difficilmente potrebbe trovare altrove riunita insieme.

    Per chi volesse saperne di più, può visitare il sito dell'Aipsa

    sabato 14 maggio 2011

    Referendum sul Nucleare

    Il 15 e il 16 maggio in Sardegna si vota per il Referendum consultivo sul nucleare.
    Il quesito sul quale esprimersi è: "Sei contrario all'installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?".
    Faccio un appello, invito con forza tutti i miei conterranei a votare con prepotenza Si per dire No al nucleare, non vogliamo fare della nostra terra una pattumiera radioattiva. Dimostriamo al resto della Nazione quello che si deve fare in un paese che vorrebbe essere democratico
    Vorrei ricordare che il referendum consultivo è una specie di  parere non vincolante che viene richiesto alla popolazione su un determinato argomento. A livello regionale, è regolato dai vari Statuti; in Sardegna per essere valido deve raggiungere un quorum del 33 per cento. 
    Come ha voluto sottolineare il Comitato Si Per fermare il nucleare “è un diritto, loro [degli abitanti della Sardegna, ndr] come di tutti gli italiani, far sentire la propria voce su un tema che investe il loro futuro, quello dei loro figli, il destino energetico e anche industriale dell’Italia.”
    Il referendum consultivo sardo può diventare quindi l'occasione per riaffermare il diritto al voto e chiedere che rimanga tale anche nel referendum abrogativo del 12 e 13 giugno.
    Siamo alla vigilia della votazione alla Camera del decreto Omnibus, l'emendamento che prevede la rinuncia al nucleare solo in via temporanea, in attesa di una reintroduzione successiva, fra un paio d'anni, come lo stesso Berlusconi ha ammesso.
    E' un periodo di grande incertezza, e il tema nucleare è purtroppo poco conosciuto e trattato solo a fini propagandistici. Manca una corretta informazione e vogliono privarci del nostro diritto a scegliere sul nostro presente e futuro.
    Popolo sardo, basta poco, facciamo sentire la nostra voce!

    mercoledì 11 maggio 2011

    Consigli libreschi

    Grazie all'amicizia con Libri su Libri nata per caso sul canale di Twitter , mi è stata data la possibilità di farmi conoscere attraverso i libri che più mi rappresentano, e dare così dei consigli libreschi. Se siete interessati potete visitare  il link, e magari soffermarvi anche sui consigli degli altri blogger o della libraia.

    giovedì 5 maggio 2011

    Cambierà qualcosa?

    Solo due settimane fa piangevo di rabbia e delusione e oggi cautamente sorrido. Questo pomeriggio ho sentito  finalmente quelle magiche parole che mi servivano per avere la forza di riprendere a sperare e di affrontare diversamente tutte le cure. Sabato finirà quella che è stata la più lunga degenza che abbia mai fatto a casa, il periodo di malattia più lungo. Dopo quattro mesi di assenza finalmente potrò riprendere l'attività lavorativa, potrò ricominciare lentamente a uscire, passeggiare a piedi, ricominciare una vita più normale e serena. Per chi non sa cosa significa, passare tanto tempo in casa non è così rilassante come si immagina, soprattutto se come me si è una persona attiva, sempre in movimento con un lavoro dinamico e a contatto continuo con tante persone. I primi mesi sono stati quelli più pesanti fisicamente. Immobilità, molti dolori, tanta debolezza, e poca voglia di fare qualsiasi cosa. Poi ci sono stati i miglioramenti fisici e chiaramente è ritornata la voglia di fare, di uscire, di muoversi un po', ma li subentra quella che ho chiamato l'ansia da Inps. Per chi non lo sapesse, come dipendente privata, la malattia da lavoro è gestita dall'Inps, l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Il medico curante o lo specialista sono tenuti a trasmettere all’Inps per via telematica, il certificato di malattia del lavoratore, riportando diagnosi e prognosi di cura. Il lavoratore è altresì tenuto a rimanere a casa per eventuali controlli effettuati dai medici fiscali nelle fasce orarie: dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 17,00 alle 19,00 comprese le domeniche e i giorni festivi. 
    Questa è l'ansia da Inps... quell'essere costretta a vivere secondo orario, con la paura di uscire anche solo per respirare all'aria aperta, per fare una visita medica, per andare a pranzo fuori e dover rientrare di corsa, senza tardare neppure un minuto, perché lui, il medico può essere già li che ti aspetta e se tu non hai una giustificazione accettabile per la tua assenza rischi di perdere l'intera indennità di malattia... L'ansia aumenta se ti succede di abitare nel mio palazzo, dove il citofono non funziona e il campanello va a saltelli. Allora devi tenere le orecchie attente ad avvertire il minimo trillo. E quindi dimenticati di riposare se no rischi di dormire, dimenticati di tenere il volume della TV o della radio alto, dimenticati di distrarti. Perché il medico può arrivare sempre, in qualsiasi momento. Anzi ti può capitare quello che è successo a me...  il medico arriva fuori orario di dieci minuti, arrabbiatissimo perché non ha trovato parcheggio, perché il tuo campanello è rotto e che se ti sta bene accetti e ti visita, altrimenti ti segna un'assenza e sono cavoli amari. E tu psicologicamente fragile e impotente lo fai entrare pur di non perdere tempo ed evitare rogne fiscali
    Sabato la 'malattia' finisce,  cosa cambierà? Bè dal punto di vista medico non tanto direi, continuerò a convivere col dolore e dovrò proseguire le cure, la fisioterapia, iniziare la riabilitazione muscolare e ci saranno sempre nuovi esami da fare. Però cambia la libertà, l'idea che c'è un miglioramento e quindi  la piena compatibilità della malattia anche con il lavoro. Cambia l'idea di uscire fuori orario, o di riposare quando ne ho voglia, di andare al cinema alle 18, di ascoltare la radio a tutto volume. Cambia la vita: psicologicamente cambia tutto! Rivedere colleghi, clienti, persone. Riacquistare forza. E questo è importante soprattuto per i momenti difficili che arriveranno, perché essere ottimisti e positivi non vuol dire negare la realtà. I momenti brutti ritorneranno, magari con minor durezza, però ci saranno, ed essere mentalmente carichi e e preparati aiuta a non crollare o per lo meno a sapersi rialzare subito e a riprendere a sorridere.
    Oggi sorrido... domani chissà....

    Per me i veri angeli sono le persone che in certi momenti compaiono all'improvviso a dare luce alla vita.
    Banana Yoshimoto

     

    venerdì 29 aprile 2011

    Sa Die de sa Sardigna

    Il 28 aprile si celebra Sa Die de Sa Sardigna, la festa del popolo sardo per ricordare  i Vespri Sardi, cioè l'insurrezione popolare che il  28 aprile 1794 portò all'espulsione da Cagliari e da tutta l'isola dei Piemontesi e del viceré Balbiano in seguito al rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste dell'isola, titolare del Regno di Sardegna.
    I Sardi chiedevano una maggiore autonomia rispetto alle decisioni delle classi dirigenti locali, e un maggior controllo delle forze civili e militari. I movimenti di protesta iniziarono già negli anni Ottanta del Settecento propagandosi in tutta l'isola nei primi anni Novanta. La Sardegna era stata coinvolta suo malgrado nella guerra della Francia contro gli stati europei e dunque anche contro il Piemonte. I francesi sbarcarono sull'isola cercando di occuparla, ma la resistenza del popolo sardo fu durissima, in difesa sia delle loro terre sia dei piemontesi che nel 1793 dominavano ancora l'isola. La popolazione che si era impegnata tanto, aspettava dalla corona Sabauda un riconoscimento alla fedeltà dimostrata, invece fu ripagata con l'arresto ordinato dal viceré stesso, di due capi del partito patriottico, Vincenzo Cabras ed Efisio Pintor, avvocati cagliaritani. E' il 28 aprile 1794 la rivolta è incontrollabile, l'espulsione dei piemontesi inevitabile Nel mese successivo, tutti quelli  presenti nell'isola furono imbarcati e rispediti nella loro terra.
    Anche se con un giorno di ritardo, ci tenevo a celebrare la mia terra. Non avrei potuto non scrivere nulla su quella che è la mia isola, la mia vita. Sono fiera di essere sarda, orgogliosa di essere nata qui, una terra di storia, cultura, tradizioni, natura, mare, forza, coraggio e indipendenza. Sarda nell'anima, ecco quella che sono. Dura e resistente come le mie radici. Potrei scrivere tanto, e le parole non sarebbero mai troppe, ma son sicura che avrò modo di farvi conoscere e scoprire cos'è davvero la Sardegna, lontana dalle rappresentazioni banali che ne vengono  date da chi non la conosce, se non per il mare d'estate.
    Vi lascio questo video, Nanneddu Meu dei Tazenda, l'inno della Sardegna.

    mercoledì 27 aprile 2011

    Metabolizzare notizie

    Continuo a scoprire me stessa giorno dopo giorno, perché vivere alcune esperienze può cambiare il carattere anche nel corso degli anni e a qualsiasi età si può essere in continua evoluzione. Mi meraviglio e quasi mi compiaccio di scoprire che in fondo ho una forza che non credevo di avere, e riesco a trovare aspetti positivi anche in mezzo alle tenebre della vita e dell'animo. Mi rendo conto che la lunga degenza a casa ha modificato il mio spirito, o probabilmente ha modificato una parte di esso solo provvisoriamente. E questo mi porta a vedere da un'altra prospettiva ogni cosa che mi circonda e che mi succede. L'onda di apatia che mi avvolge è una triste conseguenza della 'reclusione' forzata e della lunga degenza in casa, che sembra non avere fine.Mi sento malinconica e anche quando sorrido il mio sguardo è spento. Però nonostante tutto credo che tra poco tempo riuscirò a vedere la luce,  pur essendo consapevole delle terapie e delle cure con cui dovrò condividere parte della mia vita.
    La settimana scorsa è stata quella che potrei chiamare la "settimana della disillusione", una tra le peggiori degli ultimi mesi, dal punto di visita psicologico. Aspettavo con ansia l'esito di un referto medico e il conseguente rientro a lavoro dalla malattia. E invece tutte le illusioni sono state spente con una forza tale, da indebolirmi anche fisicamente. Sono sempre stata una persona molto razionale e poco sognatrice proprio per paura che il risveglio potesse essere traumatico. E questa volta che l'emotività ha voluto prendere il sopravvento, sono rimasta fregata. Mercoledì una prima notizia, giovedì la seconda e l'idea di trascorrere spensierata le feste pasquali in attesa del rientro a lavoro è stata cancellata di colpo.. Ho passato due giorni in lacrime, isolandomi da tutti: non sopportavo me stessa, figuriamoci la presenza degli affetti. Ammetto di avere uno strano atteggiamento, reagisco alle cattive notizie crollando completamente fino a quando non ho sfogato tutta la rabbia e la tristezza. Ho bisogno della mia solitudine, del mio silenzio e del mio tempo, per piangere  pensare e metabolizzare. Poi si accende una lampadina e improvvisamente mi accorgo che in fondo c'è anche qualcosa di positivo. Non saranno due settimane in più ad abbattermi, non saranno nuove visite da affrontare, perché se questo tempo deve trascorrere in questo modo, sono sicura che deve avere anche un lato positivo,  prima o poi come ogni ciclo che si rispetti  la "bella stagione" deve arrivare. In fondo se guardo indietro, ci sono state cose peggiori, ho affrontato prove molto più pesanti e superato ostacoli altissimi che mi hanno creato una corazza dura e forte, capace di resistere e sopportare tutto quello che arriverà. Mantengo salda la consapevolezza che nella mia vita, come per tutti del resto, ci sarà un'alternanza di "stagioni" da trascorrere e che dopo le primavere potrà arrivare l'autunno ma anche l'inverno. Bisogna sempre trovare del buono anche quando il nero ha oscurato tutto, perché se si riesce a vedere anche solo un'improvvisa scintilla, significa che c'è ancora una piccola possibilità di risalire dal fondo in cui purtroppo la vita stessa ci può portare. Mi mancano tante cose: non sto bene fisicamente, mi mancano anche affetti importanti che davanti ai problemi hanno girato le spalle, però ho l' amore grande di un uomo che condivide ogni attimo della mia vita, sopportando tutti i momenti negativi e supportando ogni mia giornata, ogni sbalzo d'umore, ogni sorriso che diventa pianto. Mi sprona a pensare a tutte le bellissime cose che abbiamo fatto e a tutto quello che dobbiamo ancora fare, alla nostra vita insieme, convincendomi a sognare sul nostro futuro. E poi c'è mia mamma, con la quale ho un rapporto di simbiosi e di reciproco sostegno, senza la quale non sarei la persona che sono. Penso a loro ogni volta che emotivamente crollo, e trovo la forza per non deluderli e andare avanti.
    Ho trascorso una Pasqua molto serena, bella, rilassata, in compagnia dei nonni e della famiglia, perché è inutile restare tristi e di malumore, si aggiunge solo un problema, si crea tensione e si fa stare male chi ci sta vicino, impotente di fronte al nostro dolore.

    mercoledì 6 aprile 2011

    Novità in libreria

    La primavera è arrivata anche in libreria, e tra le tante novità, vorrei segnalarne alcune che hanno suscitato il mio interesse.
    Tra gli scaffali possiamo già trovare Alveare di Giuseppe Catozzella, un romanzo d'inchiesta in cui si affronta l'attuale problema della 'Ndrangheta al Nord, arrivata in un sistema economico e sociale che sembrava essere immune dalle infiltrazioni mafiose. Una storia vera, tra le strade di Milano, in cui il protagonista ha vissuto in prima persona la 'Ndrangheta del nord che riesce a creare un'alveare silenzioso di controllo per produrre denaro e potere.
    Rimanendo in tema anche L'intoccabile, di Marisa Merico (Sperling & Kupfer), autobiografia della "principessa", da capo clan durante la detenzione del padre, fino alla fuga, l'arresto e il pentimento. Tutto per amore della figlia e per la voglia di uscire dalla violenza.
    Più leggero è  Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, di Jonas Jonnason (Bompiani). In questo divertente romanzo svedese, il protagonista è  Allan ospite di un ospizio, che per evitare di festeggiare i suoi cento anni, decide di scappare dalla finestra in vestaglia e pantofole e iniziare il suo definitivo viaggio nel mondo esterno. Una storia leggera, fatta di imbarazzanti equivoci e simpatiche gag che con un sorriso insegna al lettore come a qualsiasi età sia possibile divertirsi e amare la vita.
    Alan Elkan è invece l'autore di Hotel Locarno (Bompiani) la storia di uno scrittore in crisi creativa che affida al suo analista i progetti e le idee per un nuovo romanzo. Lungo il filo di questo racconto immaginario, tra i due uomini nasce un'intensa amicizia, che porta l'analista stesso, ad aprire il suo cuore all'amico e lo scrittore a superare il suo blocco creativo. Un romanzo intenso, sul valore dell'amicizia e la forza della scrittura.
    Il nobel per la letteratura Orhan Pamuk esce con Il signor Cevdet e i suoi figli (Einaudi), una saga familiare che abbraccia un secolo di storia. Cevdet è un bottegaio di Istanbul, lavoratore instancabile che ha come unica colpa quella di essere mussulmano in Turchia. Ma a lui non interessa essere disprezzato e maltrattato, vuole solo fare il suo lavoro, organizzare il suo matrimonio con la figlia del Pascià e aiutare il giovane fratello moribondo. Grazie ai buoni affari riuscirà a comprare una villa in cui la famiglia vivrà per tre generazioni. Un secolo di storia della Turchia  raccontata attraverso la vita intima di una famiglia, con le sue tradizioni, nella magica cornice di Istanbul.
    Sonia Alfano porta in libreria la sua biografia con  La zona d'ombra (Rizzoli). Figlia di Beppe Alfano, giornalista ucciso dalla mafia nel 1993, Sonia racconta la sua vita, la sua lotta per trovare gli assassini del padre e la sua instancabile voglia di giustizia. Il coraggio di affrontare una tragedia e superarla come impegno civile.
    In arrivo il 14 aprile anche una delle mie scrittrici preferite, la tedesca Charlotte Link con Il peccato dell'angelo perduto (Corbaccio). La storia  di due gemelli, dotati di un particolare sesto senso che li tiene in contato nonostante la distanza li separi. Un evento imprevisto aprirà le porte al mistero che li avvolge e cambierà la vita di tutte le persone coinvolte.

    domenica 3 aprile 2011

    Internet e il nostro impegno

    In Italia l'utilizzo di Internet riguarda tra i 22 e i 25 milioni di persone, tra utenti che usano la rete regolarmente e chi si connette solo occasionalmente attraverso corsi, postazioni di lavoro, università, internet cafè. Un fenomeno in continua evoluzione, che coinvolge la popolazione in maniera sempre più crescente. Non si può ancora parlare di  un servizio per tutti, ma neppure per pochi, e le differenze che ci sono, si presentano sopratutto a livello economico e culturale: maggior diffusione tra le classi più abbienti e tra una popolazione di istruzione medio-alta.
    Con il diffondersi di una cultura tecnologica si accompagna anche un nuovo concetto di "cultura della rete" che spinge l'utente alla ricerca di una qualità maggiore di contenuti e servizi multimediali. Internet non è più una presenza marginale nell'informazione italiana, ma convive con altri mezzi di comunicazione, portando una vera e propria "rivoluzione" e trasformando direttamente il concetto stesso di giornalismo. Sul web infatti le notizie circolano velocemente, di conseguenza i giornalisti non sono più gli unici portatori dell'informazione. Senza considerare che la rete è ancora libera e le notizie possono diffondersi in maniera indipendente, senza censure ne controlli editoriali. In questo processo si rivela fondamentale l'interazione di diversi fattori come la velocità di accesso alla rete, la crescita esponenziale delle attività sul web,  l'immissione di nuovi dati. Sembra infatti che il 70% delle informazioni sia inserito su internet dagli utenti stessi attraverso i social media. Appare evidente che un giornalista deve considerare tutto questo, e deve fare i conti con la potenza del web e abbandonare una certa demagogia mediatica. Il flusso di notizie che circola in rete rappresenta un prodotto nuovo, immediato, più visuale che testuale e facilmente fruibile da un numero maggiore di persone. Internet è democrazia, condivisione, indipendenza dai poteri di partito. Internet è libero. E sappiamo quanto questo stia diventando sempre più importante per l'informazione, sopratutto alla luce degli ultimi dati relativi alla libertà di stampa in Italia. Secondo la classifica realizzata da Freedom House, un'associazione non governativa che si occupa del grado di “libertà” dell’informazione nei singoli Stati, l'Italia occupa il 72° posto, unico Paese d'Europa, insieme alla Turchia, che non può contare su un sistema di informazione pienamente libero. 
    Appare importante a questo punto leggere gli ultimi dati Eurisko sulla diffusione di Internet in Italia e fare delle considerazioni. Emerge che nel biennio 2009-2011, in controtendenza rispetto a una generale situazione di crisi, lo sviluppo della rete registra la sua crescita maggiore, contrastando i dati negativi  di altri settori colpiti dalla recessione, come l'editoria. Personalmente vedo un collegamento diretto tra la perdita della libertà di stampa e la crescita della rete, come la progressiva nececessità di attingere a una serie di informazioni che sono negate dai mezzi di comunicazione tradizionali. E ' sotto gli occhi di tutti ormai che le notizie vengono manipolate o liberamente omesse per compiacere il potere ed evitare di mostrare una realtà "fastidiosa" e scomoda. Un problema, se si pensa che  una democrazia dell'informazione è attualmennte un'opportunità offerta solo a chi ha diretto accesso alla rete. 
    Poco tempo fa discutevo di questo su Twitter, con alcune persone che condividevano con me l'importanza dei social network e del web come strumento di libertà e democrazia. Una possibilità che è offerta ai "navigatori" ma che  potrebbe arrivare anche a coloro che non hanno accesso a internet o si basano esclusivamente sui media tradizionali. Si parlava infatti di un vero e proprio Impegno che dovrebbe coinvolgere gli utenti come dei "profeti" nel diffondere e condividere la vera informazione al di fuori della rete, perchè solo in questo modo si può iniziare a sperare in un cambiamento.
    Vorrei ricordare le parole di  Alexis de Toqueville, pronunciate agli inizi dell'800 ma attualissime "la democrazia è il potere di un popolo informato" e "La stampa è per eccellenza lo strumento democratico della libertà."
    Il mondo della comunicazione è cambiato e il fenomeno Wikileaks, e le rivolte popolari degli ultimi mesi dimostrano quanto internet sia la nuova potenza democratica, che muove milioni di persone in diverse parti della terra, in nome di una comune richiesta di libertà di informazione. Bisogna diffondere e far passare il concetto che non siamo impotenti come vogliono farci credere, e che molto si può fare: più orecchie sentono, più bocche parlano, più i poteri hanno paura. Perchè informazione è libertà
    La crisi che ha colpito le istituzioni a livello mondiale e la conseguente sfiducia dei popoli, sta mettendo in pericolo i poteri politici, disarmati dalla vera comunicazione di massa. Non dobbiamo pensare solo ai regimi dittatoriali lontani da noi, ma guardare al nostro stesso paese. E' solo di marzo il  nuovo attacco lanciato dal governo contro il libero accesso all'informazione su internet, e la minaccia di controllare fino a chiudere, qualsiasi sito straniero senza alcun controllo giudiziario.
    I governi sono impauriti e la nostra voce deve coinvolgere tutti e andare oltre il web. Possiamo fare qualcosa? La risposta è si. Dobbiamo fare qualcosa, perchè ne abbiamo gli strumenti: questo dev'essere il nostro impegno.

    mercoledì 30 marzo 2011

    La rivoluzione delle Api, di Serge Quadruppani

    Quando decisi di leggere questo libro, promisi agli amici di Verdenero attraverso il loro canale su Twitter che avrei scritto un commento con le mie impressioni. Invece ho deciso di recensire La rivoluzione delle Api per far conoscere meglio un libro che non può essere classificato semplicemente come un noir, ma rientra in un genere nuovissimo, quello che ha "come oggetto i più o meno conosciuti crimini contro l'ambiente" (A. Camilleri ).
    Il romanzo è ambientato in Val Pellice, in Piemonte, dove avvengono degli strani omicidi che coinvolgono una multinazionale agro-alimentare, la strana sparizione delle api e gruppi di militanti ecologisti. Non racconterò la trama. Vorrei invece soffermarmi sul libro come genere innovativo. Un giallo ambientalista, oserei dire, per nulla noioso o scontato. L'ho letto in poco più di due giorni grazie ad una narrazione che scorre piacevolmente attraverso una prosa fluida, leggera e descrizioni così espressive e musicali, da poterle vedere e sentire scivolare davanti agli occhi, come se si trattasse di un documentario.Quello che colpisce, oltre alla trama, è l'attualità dei temi affrontati  su cui soffermarsi a riflettere: il rapporto uomo-ambiente, le conseguenze negative del progresso scientifico sugli ecosistemi, l'importanza delle biodiversià.
    Sono rimasta piacevolmente sorpresa, sia come amante del genere noir, per una storia diversa in cui nulla è dato per scontato, sia come amante della lettura che cerca in un libro anche un  fine quasi didattico. E questo romanzo riesce a unire e conciliare entrambe le cose. Quadruppani è abilissimo nel far emergere attraverso il racconto tematiche ambientaliste troppo spesso nascoste dall'informazione. Ma la sua non sembra essere una denuncia fine a se stessa, è piuttosto  l'occasione  per ambientare la storia e descrivere i personaggi, giustificando le loro azioni. La rivoluzione delle api, emoziona, intriga e istruisce. Spinge alla riflessione e trova la sua forza a libro chiuso, perchè inevitabilmente spinge a farsi domande e a mettere a fuoco una nuova consapevolezza sociale e ambientale.

    La rivoluzione delle api


    • Autore: Serge Quadruppani
    • Prezzo: €15,00
    • Pagine: 176
    • ISBN: 978-88-96238-64-6
    • Anno: 2011 
    • Casa editrice: Verdenero
    Per  maggiori informazioni, visitate il sito di  Verdenero
    L'immagine del libro è stata presa dal sito Verdenero 

    domenica 27 marzo 2011

    Polpette di Zucchine

    Chi mi conosce lo sa, ho un'altra passione, quella per la cucina! Sicuramente è nata grazie al mio cuoco personale, il mio fidanzato, ma è stata nutrita e allevata negli anni dalla curiosità, dalla ricerca di provare piatti diversi e dall'esigenza di unire gusto e sapore con piatti salutari e leggeri. Amando cucinare, mi piace anche mangiare, ma per problemi vari, sono in qualche modo costretta a limitare le mie voglie, così spesso gli altri diventano le mie piacevoli cavie...fortunatamente per adesso nessuna lavanda gastrica è stata fatta su di loro.
    Oggi ho deciso di dedicarmi un pò ai fornelli, e tra le tante cose che ho fatto, ci sono queste Polpette di zucchine. Le polpette vegetariane più veloci che si può. Ci sono tantissime versioni di queste deliziose palline, la mia è semplicissima, e in una mezzoretta vi garantisce un secondo buono buono che piace a tutti: ai bambini, ai grandi, ai vegetariani, e nella sua versione light ai grandi a dieta. Che dite? Allora vi servono:

    3 Zucchine medie
    2 o 3  uova (a seconda della dimensione)
    80g di pecorino grattugiato (o parmigiano)
    pangrattato
    prezzemolo tritato
    sale
    pepe
    olio per friggere

    Grattugiate le zucchine grossolanamente unite le uova, il formaggio, il prezzemolo, sale e pepe. Mescolate tutto e aggiungete la quantità di pangrattato necessaria per ottenere un composto morbido.In un piatto versate altro pane grattugiato e dopo aver formato le polpettine fatele rotolore per impanarle leggermete. Friggetele in abbondante olio caldo, e servite. Queste polpette sono buonissime anche fredde, possono essere preparate in anticipo, e se volete renderle più leggere, potete infornarle a 180° per 15-20 minuti a seconda della doratura desiderata.

    La ricetta verrà pubblicata anche nel blog delle twitpolpette, a cui partecipo, grazie a Daniela  dopo aver scoperto il fantastico universo di Twitter e la banda delle Twitpolpette.


    Che vi devo dire... Buon appetito

    sabato 26 marzo 2011

    Il sorriso del fotografo

    "Per fare una buona foto non basta una buona reflex o un buon obiettivo, un sorriso è la prima cosa che ci vuole" e ancora "sperando che il sorriso possa resistere anche quando sorridere non è facile"
    Ogni volta che mi sento un po' giù ripenso a queste frasi e prendendo in mano la mia "macchinetta" vado alla ricerca di un'emozione da immortalare.
    Quando Danilo mi regalò la mia prima reflex digitale, e mi dedicò quelle frasi, era l'estate di due anni fa. Non era un'occasione particolare, niente da festeggiare.Tutt'altro. Io attraversavo l'ennesimo periodo nero, avevo ritirato da poco degli esami medici che confermavano un peggioramento delle mie condizioni di salute, piangevo in continuazione, ovunque, persino a lavoro non riuscivo a distrarmi. Non sopportavo l'idea che dopo mesi di sacrifici, cure, rinuncie e sofferenze la situazione non solo non era cambiata ma era pure peggiorata.

    lunedì 21 marzo 2011

    21 Marzo

    Sono nata il ventuno a primavera
    ma non sapevo che nascere folle,
    aprire le zolle
    potesse scatenar tempesta.
    Così Proserpina lieve 
    vede piovere sulle erbe
    sui grossi frumenti gentili
    e piange sempre la sera.
    Forse è la sua preghiera.

    Il 21 marzo del 1931 nasceva a Milano Alda Merini. Il 21 Marzo è anche il primo giorno di primavera, e sempre in questa giornata si celebra la Giornata Mondiale della Poesia indetta dall'Unesco nel 1999.
    Che strane coincidenze: la primavera sboccia nella poesia e la poesia fiorisce con la nascita di una delle poete più importanti del '900.

    domenica 20 marzo 2011

    Nuvolosità variabile

    Il tempo è la rappresentazione dell'anima:
    Nuvolosità Variabile









    Il sole splende anche tra le nuvole 

    Riflessioni II

    L'anima pesante è il cuore pulsante di un corpo leggero. Un corpo piuma colpito dall'esterno che reagisce e combatte grazie a un inconscia forza interna. La paura di una paura sconosciuta, la paura di qualcosa che non si può prevedere e la voglia di controllare una paura che sopraggiunge nell'imprevisto. All'improvviso.
    La consapevolezza di un cambiamento necessario, positivo e nonostante tutto la paura di affrontarlo, di scoprire qualcosa di nuovo che non si può controllare.perchè risponde a nuove regole, nuovi ritmi che non si conoscono, a cui bisogna adattarsi. Cambiare significa trovare un compromesso tra quello che si vuole, quello che si deve, e quello che si può realmente fare. Una lotta. Una scelta. La certezza che qualcosa si perde e si deve lasciare e la consapevolezza che qualcos'altro si guadagna. La Paura e il coraggio. La nostalgia e la novità.

    sabato 12 marzo 2011

    Riflessioni

    Nasce tutto con una canzone.Anzi, ascoltando una canzone sono nati una serie di pensieri, emozioni, immagini che si sono rincorse nella mia testa, fino quasi a farmi star male. Tutto nasce con  La canzone dei dodici mesi   di Francesco Guccini, che qualche giorno fa ho casualmente risentito dopo un po' di tempo.

    venerdì 25 febbraio 2011

    Strane considerazioni....

    Dopo due mesi trascorsi forzatamente in casa, sono arrivata a farmi una domanda: come si diventa tv-dipendente e facebook-dipendente? Me lo chiedo perchè passando tanto/troppo tempo in casa, nel più completo riposo e nella quasi immobilità, se c'è una cosa che proprio non tollero è la televisione. Al secondo posto Facebook. Infatti, se prima rientrando da lavoro mi capitava di accendere la tv, per sentire un sottofondo che mi facesse compagnia, ora mi da fastitidio: ho avuto modo di constatare che la televisione italiana è un enorme discarica.,eccetto alcuni casi, che troppo spesso rimangono confinati a orari improbabili. Oltretutto, a parte la mia amata Rai Tre, non ho modo di vedere La7, che posso seguire solo tramite internet. Adesso voglio fare una prova, accendo la tv e vediamo cosa c'è.

    giovedì 24 febbraio 2011

    Carnevale macabro

    La notizia è di quelle sconcertanti, che speri sempre non sia vera!
    A quanto pare nell’allegra e festaiola Napoli, qualcuno ha avuto il cattivo gusto di inventare il costume di Zio Michele! Proprio lo zio della povera Sara Scazzi uccisa per motivi tanto inutili quanto assurdi, la cui intera famiglia appare ora complice dell’omicidio e della sua sparizione.

    Ufficialmente si inizia…

    Dopo averci pensato e ripensato, dopo aver sentito consigli e opinioni, alla fine ho deciso di aprire questo blog!
    Sarà che è arrivato il momento giusto,  sarà che la situazione mi è sembrata propizia, così sfruttando  un bel pò di tempo libero (forzatamente a riposo da lavoro, in malattia da due mesi)  ho colto l’occasione per iniziare questo raccoglitore di idee.
    Infatti questo blog vuole essere una scatola di pensieri, in cui buttare dentro tutto quello che ho da dire, quello che penso, quello che vedo, sento e vorrei condividere. Amo scrivere, ma da tempo avevo abbandonato le righe, e mi rendo conto che la nostalgia di “carta e penna” era davvero tanta. Perchè le parole che scorrono sulle pagine sono il miglior antidepressivo che riesce a darmi luce e speranza. Le parole… tutte, quelle scritte da me  e quelle lette, scritte dagli altri. Amo leggere qualsiasi cosa, sono curiosa per natura e la sete di sapere, di informazione, di cultura, spinge ogni mia azione!
    Spero di riuscire a seguire questo blog con costanza,  perchè grazie alla scrittura, sono certa,  riuscirò a superare molte cose che in questo momento mi tengono” giù di corda” e non mi fanno più sognare…  in fondo ho tanto bisogno di sognare e riprendere a sperare un pò.