domenica 3 aprile 2011

Internet e il nostro impegno

In Italia l'utilizzo di Internet riguarda tra i 22 e i 25 milioni di persone, tra utenti che usano la rete regolarmente e chi si connette solo occasionalmente attraverso corsi, postazioni di lavoro, università, internet cafè. Un fenomeno in continua evoluzione, che coinvolge la popolazione in maniera sempre più crescente. Non si può ancora parlare di  un servizio per tutti, ma neppure per pochi, e le differenze che ci sono, si presentano sopratutto a livello economico e culturale: maggior diffusione tra le classi più abbienti e tra una popolazione di istruzione medio-alta.
Con il diffondersi di una cultura tecnologica si accompagna anche un nuovo concetto di "cultura della rete" che spinge l'utente alla ricerca di una qualità maggiore di contenuti e servizi multimediali. Internet non è più una presenza marginale nell'informazione italiana, ma convive con altri mezzi di comunicazione, portando una vera e propria "rivoluzione" e trasformando direttamente il concetto stesso di giornalismo. Sul web infatti le notizie circolano velocemente, di conseguenza i giornalisti non sono più gli unici portatori dell'informazione. Senza considerare che la rete è ancora libera e le notizie possono diffondersi in maniera indipendente, senza censure ne controlli editoriali. In questo processo si rivela fondamentale l'interazione di diversi fattori come la velocità di accesso alla rete, la crescita esponenziale delle attività sul web,  l'immissione di nuovi dati. Sembra infatti che il 70% delle informazioni sia inserito su internet dagli utenti stessi attraverso i social media. Appare evidente che un giornalista deve considerare tutto questo, e deve fare i conti con la potenza del web e abbandonare una certa demagogia mediatica. Il flusso di notizie che circola in rete rappresenta un prodotto nuovo, immediato, più visuale che testuale e facilmente fruibile da un numero maggiore di persone. Internet è democrazia, condivisione, indipendenza dai poteri di partito. Internet è libero. E sappiamo quanto questo stia diventando sempre più importante per l'informazione, sopratutto alla luce degli ultimi dati relativi alla libertà di stampa in Italia. Secondo la classifica realizzata da Freedom House, un'associazione non governativa che si occupa del grado di “libertà” dell’informazione nei singoli Stati, l'Italia occupa il 72° posto, unico Paese d'Europa, insieme alla Turchia, che non può contare su un sistema di informazione pienamente libero. 
Appare importante a questo punto leggere gli ultimi dati Eurisko sulla diffusione di Internet in Italia e fare delle considerazioni. Emerge che nel biennio 2009-2011, in controtendenza rispetto a una generale situazione di crisi, lo sviluppo della rete registra la sua crescita maggiore, contrastando i dati negativi  di altri settori colpiti dalla recessione, come l'editoria. Personalmente vedo un collegamento diretto tra la perdita della libertà di stampa e la crescita della rete, come la progressiva nececessità di attingere a una serie di informazioni che sono negate dai mezzi di comunicazione tradizionali. E ' sotto gli occhi di tutti ormai che le notizie vengono manipolate o liberamente omesse per compiacere il potere ed evitare di mostrare una realtà "fastidiosa" e scomoda. Un problema, se si pensa che  una democrazia dell'informazione è attualmennte un'opportunità offerta solo a chi ha diretto accesso alla rete. 
Poco tempo fa discutevo di questo su Twitter, con alcune persone che condividevano con me l'importanza dei social network e del web come strumento di libertà e democrazia. Una possibilità che è offerta ai "navigatori" ma che  potrebbe arrivare anche a coloro che non hanno accesso a internet o si basano esclusivamente sui media tradizionali. Si parlava infatti di un vero e proprio Impegno che dovrebbe coinvolgere gli utenti come dei "profeti" nel diffondere e condividere la vera informazione al di fuori della rete, perchè solo in questo modo si può iniziare a sperare in un cambiamento.
Vorrei ricordare le parole di  Alexis de Toqueville, pronunciate agli inizi dell'800 ma attualissime "la democrazia è il potere di un popolo informato" e "La stampa è per eccellenza lo strumento democratico della libertà."
Il mondo della comunicazione è cambiato e il fenomeno Wikileaks, e le rivolte popolari degli ultimi mesi dimostrano quanto internet sia la nuova potenza democratica, che muove milioni di persone in diverse parti della terra, in nome di una comune richiesta di libertà di informazione. Bisogna diffondere e far passare il concetto che non siamo impotenti come vogliono farci credere, e che molto si può fare: più orecchie sentono, più bocche parlano, più i poteri hanno paura. Perchè informazione è libertà
La crisi che ha colpito le istituzioni a livello mondiale e la conseguente sfiducia dei popoli, sta mettendo in pericolo i poteri politici, disarmati dalla vera comunicazione di massa. Non dobbiamo pensare solo ai regimi dittatoriali lontani da noi, ma guardare al nostro stesso paese. E' solo di marzo il  nuovo attacco lanciato dal governo contro il libero accesso all'informazione su internet, e la minaccia di controllare fino a chiudere, qualsiasi sito straniero senza alcun controllo giudiziario.
I governi sono impauriti e la nostra voce deve coinvolgere tutti e andare oltre il web. Possiamo fare qualcosa? La risposta è si. Dobbiamo fare qualcosa, perchè ne abbiamo gli strumenti: questo dev'essere il nostro impegno.

1 commento:

  1. Il guaio è che fin quando la maggior parte delle persone hanno qualcosa da perdere, non faranno mai nulla, detto giapponese: il più potente di tutti è colui che non ha nulla da perdere!

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