lunedì 21 marzo 2011

21 Marzo

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve 
vede piovere sulle erbe
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

Il 21 marzo del 1931 nasceva a Milano Alda Merini. Il 21 Marzo è anche il primo giorno di primavera, e sempre in questa giornata si celebra la Giornata Mondiale della Poesia indetta dall'Unesco nel 1999.
Che strane coincidenze: la primavera sboccia nella poesia e la poesia fiorisce con la nascita di una delle poete più importanti del '900.

Ho sempre vissuto la poesia con un senso di partecipazione maggiore rispetto al racconto perchè l'emozione è immediata, perchè la parola supera il confine del significato logico e si associa a immagini e figure da cogliere, La poesia è un modo di sentire la realtà, di indagare le emozioni, di rappresentare le cose oltre un sentire comune. Ma sopratutto è qualcosa che non si può identificare oggettivamente a meno che, non si voglia esclusivamente definire  la poesia come una forma di espressione letteraria. Proprio per questo la trovo affascinate e l'ho sempre immaginata come un prato verde carico di fiori con colori, forme e dimensioni diverse.
Alda Merini è una poeta tra le più rappresentative del '900. Una figura importante della letteratura italiana, una figura emblematica della società: donna forte, coraggiosa, che ha lottato contro le convenzioni sociali contro l'emarginazione, l'esclusione, l'incomprensione di chi ha sempre visto in lei solo il tormento e la malattia mentale, senza capire la sua sensibilità. Invece si deve riconoscere la sua originalità e l'abilità nell'indagare i sentimenti nella profondità dell'animo con una sensibilità che solo chi ha vissuto sulla propria pelle il dolore, riesce ad esprimere e capire.

GENESI
Vorrei un figlio da te che sia una spada
lucente, come un grido di alta grazia,
che sia pietra, che sia novello Adamo,
lievito del mio sangue e che risolva
più quietamente questa nostra sete.
Ah, se t'amo, lo grido ad ogni vento
gemmando fiori da ogni stanco ramo
e fiorita son tutta e d'ogni velo
vo scerpando il mio lutto
perché genesi sei della mia carne.
Ma il mio cuore, trafitto dall'amore
ha desiderio di mondarsi vivo.
E perciò dammi un figlio delicato,
un bellissimo, vergine viticcio
da allacciare al mio tronco, e tu, possente
olmo, tu padre ricco d'ogni forza pura
mieterai liete ombre alle mie luci.

Questa è la "mia" poesia di Alda, quella che mi rappresenta interamente. L'amore per il proprio uomo è così grande da desiderare un figlio da lui: un figlio che riesca a dare vita alla sua figura e rendere più forte l'unione.
Questa la dedico a te, amore mio, e al mio desiderio di maternità.

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